GIOIELLO IDEALE

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2016/05/25

Ritorno al gioiello come opera d'arte

Il ritorno al rinascimento, con il recupero del concetto di gioiello come opera d'arte aprirà le porte al periodo dell'Art Noveau. Nasce la figura dell'orafo studioso: Henry Vever scrisse "La Bijuterie Francoise au XIX siècle" in tre volumi, il primo dal 1800 al 1850, il secondo dal 1850 al 1870 e il terzo dal 1870 al 1900.
Lucine Falize, sotto lo pseudonimo di Monsieur Josse (il nome dell'orafo del "Dottore Innamorato" di Moliere) firmò gli articoli per la Revue des Arts Decoratifs e per Artistic Japan di Sigrifd Bing. Senz'altro il pubblico era desideroso di conoscere e vedere forme nuove; dall'Oriente e soprattutto dal Giappone arrivavano oggetti di notevole bellezza è stupefacente esecuzione. Affascinanti gli smalti magistralmente utilizzati. In Europa si era perso il know-how per la tecnologia dello smalto poiché negli anni era caduto in disuso ed anche i francesi che un tempo erano veri maestri smaltatori si trovavano in difficoltà a tenere testa a tali manufatti giapponesi. Sia Vever che Falize, come vedremo, in seguito daranno grande spazio alle tecniche legate allo smalto. Un ulteriore elemento di interesse è rappresentato dal mondo botanico. Era letteralmente esplosa la mania per le piante esotiche e per l'orticoltura. In special modo le piante da fiori. Compaiono in Europa fiori mai visti: il giglio tigrato, il crisantemo, il glicine ed alcuni tipi di rosa. Come il "Cuore di Maria" importato dalla Cina.Tuttavia la ripetizione naturalistica di questi fiori senza lasciare spazio alla creatività, entusiasmò da un lato il pubblico soddisfatto da un prodotto di squisita imitazione e dall'altro scatenò la schiera dei critici che aborrì questa mania che negava qualsiasi espressione artistica.
Il cuor di Maria
Vengono alla ribalta i "Nuovi Alchimisti" che studiano sotto una nuova luce le pietre e i metalli. Al diamante, allo smeraldo, allo zaffiro, al rubino si affiancano l'opale, il topazio, la pietra di luna e l'olivina. Si affermano nuovi materiali "poveri" come l'osso, il corno, l'avorio, i coralli, i lapislazzuli e il diaspro. C'è una nuova maniera nella visione delle cose d'ispirazione medioevale e orientale che si manifesta nella bidimensionalità dell'ornamentazione. A tale proposito lo storico dell'arte Ernest Gombrich  interpreta l'ornamentazione di quel periodo come un equilibrio che sta tra il troppo e il troppo poco ordine.

© Imelde Corelli Grappadelli, May 2016
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