Lucien Falize
L'artista che espresse in modo significativo
l'interesse per il mondo vegetale e le sue forme fu Lucien Falize (1839-1897)
tanto che lo si considera un precursore di quella che sarà la "linea"
Art Nouveau. Fu affascinato dagli smalti giapponesi e il suo più grande
desiderio mai realizzato fu proprio quello di potersi recare in Giappone per
vedere eseguire questi capolavori in miniatura. L'interesse per le tecniche di
smaltatura lo portarono a sperimentazioni interessanti che eseguì con risultati
eccellenti. Nel 1889 ottenne la Legione d'Onore all’Esposizione universale di
Parigi, dove presentò un bracciale eseguito in collaborazione col suo socio
Germain Bapts. I Bapts erano per tradizione i Gioiellieri della Corona. Si
trattava di un bracciale d'argento decorato da una parte con una scena di
caccia al piccione ispirata alla favola di La Fontaine "Le deux
pigeons", e dall'altra da una epigrafe che riportava due versi della
favola stessa. Quindi un capolavoro di straordinaria difficoltà. Falize
approfondì lo studio delle tecniche che divulgò scrivendo nella rivista di Bing:
"Revue des Arts Dècoratifs" nelle quali si firmava Messier Josse:
l'orafo del "dottore innamorato" di Moliere, ed espresse praticamente
il suo pensiero estetico creando un gioiello dove il suo valore non fosse
quantificato, o soffocato, dal bagliore delle pietre preziose incastonate, ma
dalla sua forza cromatica e stilistica. Sosteneva che le gemme troppo
luccicanti e preziose tolgono forza alla decorazione ed al dettaglio della
ornamentazione. Quindi di conseguenza predilisse l'uso degli smalti e del
colore utilizzando delle tecniche nuove come il "cloisonnè sur
pallions" o "a rilievo". Lo smalto "cloisonnè sur
pallions" è uno smalto trasparente molto brillante poiché ingloba delle
minuscole pagliuzze d’oro; lo smalto a "rilievo" usa uno sfondo opaco
ricoperto da strati successivi lucidi e trasparenti.
Studiare è fondamentale per
la crescita artistica dell’oreficeria europea, e in particolare studiare le
tecniche della cultura giapponese che predilige forme pacate, pure, fresche e
semplici, espressione di linee perfettamente spaziate e bidimensionali. Per
Falize, Vever, Fontenay, Fouquet, Galliard e Lalique il Giapponismo rappresentò
sperimentazione ed innovazione tecnologica. Nei laboratori orafi parigini si
assunse manodopera giapponese, come nel caso di Lucien Gaillard che produsse
magnifici gioielli laccati. In realtà la tecnica dello smalto era praticata con
risultati straordinari nei secoli precedenti specialmente in Francia, poi era
caduta in disuso quando Luigi XIV nel 1686 perseguitò e cacciò i protestanti
dalla Francia. Gli smaltatori erano nella quasi totalità di fede protestante e
quindi accusati di eresia furono uccisi o imprigionati, o costretti all'esilio
in Svizzera. Tra questi si ricorda il soave e grandissimo smaltatore
miniaturista Jean Petitot (1607-1691) che realizzò numerosi ritratti del re
Luigi XIV, che regalava ai suoi benefattori. Una di queste miniature smaltate è
conservata a Bologna perché fu donata a Cesare Malvasia che gli aveva dedicato
la sua opera Felsina Pictura. Gli artisti di Art Nouveau si applicarono e gli
studi e le ricerche per recuperare queste tecniche diedero risultati
stupefacenti. Una straordinaria testimonianza ci viene dalle opere di Renè
Lalique.
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Scatola smaltata di Falize |
Renè Lalique
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Collier Noisettes di Renè Lalique |
© Imelde Corelli Grappadelli, May 2016
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